Timelessè il filo rosso che guida la call for artists di The Next Generation 2021: per accompagnare le settimane che ci separano dalla scadenza del concorso (fissata al 10 settembre), esploriamo il concetto di tempo attraverso varie discipline. In questo articolo la suggestione parte dalle Città invisibili di Italo Calvino.

Alle volte mi basta uno scorcio che s’apre nel bel mezzo d’un paesaggio incongruo, un affiorare di luci nella nebbia, il dialogo di due passanti che s’incontrano nel viavai per pensare che partendo di lì metterò assieme pezzo a pezzo la città perfetta, fatta di frammenti mescolati col resto, d’istanti separati da intervalli, di segnali che uno manda e non sa chi raccoglie. Se ti dico che la città cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla.

(Italo Calvino, Le città invisibili, 1972)

Le città invisibili di Calvino

di Antonietta Rubino

Uno scrittore che ha messo in discussione la dimensione temporale, negando sistematicamente il concetto newtoniano dell’irreversibilità del tempo, è Italo Calvino nelle Città invisibili, il cui intreccio narrativo è dominato dall’acronia.

Le città invisibili ha le sembianze di una serie di relazioni di viaggio che Marco Polo rende a Kublai Kan, malinconico imperatore dei Tartari, consapevole di quanto sia insignificante il suo sterminato potere in un mondo ormai in rovina. Nel racconto del visionario viaggiatore alla ricerca della città perfetta, emerge l’esistenza di città impossibili, fatte di memoria, di desideri, di ricordi al di sopra e al di fuori del tempo.

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Maurilia, illustrazione di Katrina Puente ispirata alle Città invisibili di Italo Calvino

Queste cittàinvisibili agli occhi degli altri – esistono nella mente di Marco Polo perché è un viaggiatore visionario, è capace di guardare dove tutti gli altri non guardano, di cogliere dettagli immateriali con uno sguardo e una visione nuovi.

Nelle città si stratificano periodi storici diversi e la coesistenza di passato e futuro senza soluzione di continuità fa di esse un’icona del divenire umano, abbattendo la tradizionale linearità del tempo, che diventa pulviscolo.

E così la città utopica fatta di frammenti è atemporale: è caratterizzata dalla discontinuità, è un multiverso in cui l’asse temporale si sgretola e si mescolano dimensioni plurime.

La città perfetta è timeless e Marco Polo incarna alla perfezione lo spirito di questa edizione di The Next Generation.


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