Su “Timeless”, la suggestione che fa da linea guida per l’edizione 2021 di The Next Generation, un contributo di Giuliano De Felice, studioso che conduce la sua ricerca ai temi della creatività, della comunicazione e della divulgazione e all’archeologia del passato contemporaneo.

Timeless. Archeologia senza tempo

di Giuliano De Felice

Il tempo è da sempre un luogo carico di significati. Nella sua infinita vastità, il tempo storico, quello che coniughiamo al passato, è un grande campo di pensiero per l’uomo che lo percorre alla ricerca di sé, delle proprie radici, delle proprie tracce, dei motivi della propria esistenza. Luogo di voci e materia desueti, che usiamo per riallacciare i fili del presente e per non smarrirci nel labirinto del futuro.

Il viaggio nel passato e nel tempo storico, nel cinema come nella letteratura, passa dentro il pensiero ma attraversando anche la materia, fra oggetti, reperti e spazi che furono, diventa archeologia: una visione che osserva la dimensione stratificata e composita del tempo storico, da quello più remoto a quello tanto recente che forse passato ancora non è, da quello sepolto agli antipodi dei nostri confini a quello nascosto fra le fondamenta delle nostre case.

René Magritte, La condition humaine, 1933

Nella visione materiale il tempo storico diviene archeologia anche del presente, perché è oggi che analizziamo la stratificazione degli oggetti e ricostruiamo la lenta evoluzione degli spazi. È nel presente che il passato diventa plurale, prova a trovare un proprio significato e a diventare contemporaneo.

Ma nella visione materiale il tempo storico diventa anche futuro, perché tutto quello che facciamo oggi diventerà archeologia della nostra esistenza: gli oggetti che utilizziamo saranno presto frammenti, i luoghi che percorriamo diverranno un giorno rovine, la complessità del nostro presente si trasformerà in maceria desueta, compressa nella continua stratificazione del tempo.

Passato, presente o futuro? Il tempo è contenuto e riassunto nella sua materialità: reperti, frammenti, tracce e rovine portano dentro di sé il momento della creazione, la durata dell’uso, il vuoto dell’abbandono. L’archeologia è la fisica del tempo storico, e ci aiuta a capire che alla fine nemmeno il tempo è più una costante su cui fare affidamento, perché passato, presente e futuro sono collegati da relazioni di durata indefinita.


Giuliano De Felice è ricercatore presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Foggia, dove insegna Archeologia digitale. Laureato in lettere classiche, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia e archeologia presso l’Università di Lecce. Ha preso parte a numerosi progetti di ricerca archeologica in Italia e all’estero e ha pubblicato più di 80 contributi scientifici. È stato team manager in progetti di ricerca dedicati al tema delle tecnologie informatiche per i beni culturali. Oggi dedica la sua attività di ricerca ai temi della creatività, della comunicazione e della divulgazione e all’archeologia del passato contemporaneo.


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