Un contributo di Luca Carnicelli, Cultural Project Manager del Gruppo Augusta Ratio s.p.a. / Società Levigas Luce e Gas (società sponsor unico di The Next Generation) su #TIMELESS, il tema scelto come linea guida la call for artists dell’edizione 2021 del festival.

Il Prometeo solitario

Sant’Agostino diceva che «Dio è eterno perché è senza tempo». Una relazione profonda lega l’immortalità di un’opera d’arte alla divinità. Potremmo dire che la grandezza di un’opera sta proprio nella sua capacità di resistere al tempo e di esprimersi quale pura oggettivazione del divino.

Il tempo è la materia che anima la nostra noiosa imperfezione: i nostri passi, il suono delle parole, i gesti, gli appuntamenti quotidiani, le delusioni amorose; ogni nostra azione ci racconta qualcosa in più della nostra intima essenza temporale. E senza neanche accorgercene, ogni cosa che facciamo, pensiamo o ascoltiamo è scandita dal tempo. Solo nelle grandi opere questo processo si arresta, divenendo, per così dire, eterno.

E allora ogni imperfezione cessa, quando la scintilla divina proietta il fuoco della propria immortalità: il tempo si esaurisce ed implode, noi cessiamo di esserci e l’artista evade verso mondi paralleli ed invisibili, dai quali, attraverso il suo racconto, ci rende partecipi di una realtà sovrasensibile. E nella sua narrazione realizza qualcosa che eccede persino sé stesso, in cui il suo pensiero si annulla completamente, e l’opera d’arte esce dalla sua dimensione temporale per raggiungere spazi nuovi, infiniti e senza tempo: tutto diviene un eterno presente senza più passato né futuro.

senzatempo-rametta
Francesco Rametta, senzatempo

Ed è per questo che quando ascoltiamo le Variazioni Goldberg di J.S. Bach o gli ultimi quartetti di L.V. Beethoven, o quando leggiamo i versi di William Shakespeare e Lord Byron, o quando ammiriamo le sculture di Michelangelo, in realtà tutti costoro (gli artisti intendo) non sono più lì, quand’anche ci fossero mai stati; le loro opere rappresentano qualcosa di infinitamente più grande degli spiriti mortali che ce le hanno consegnate; essi non furono che attori materiali, messaggeri consapevoli e illuminati di un’intuizione divina in terra, menti straordinarie al servizio di qualcosa di più alto, impercettibile, inaccessibile razionalmente. Senza saperlo, attraverso le grandi opere d’arte, riusciamo improvvisamente a connetterci con qualcosa che trascende l’opera stessa e l’artista nella sua totalità, e che ci pone a contatto diretto con Dio, al punto che non riusciamo quasi più a distinguere l’elemento umano da quello divino.

Noi siamo nel mondo quali esseri temporali e l’arte è la nostra unica via di salvezza, l’unica chiave di accesso per l’eternità. Potremmo dire che il tempo è la distanza che ci separa Dio, e l’artista un umile profeta della sua atemporalità: un Prometeo solitario senza più catene.

A cura di Luca Carnicelli, Cultural Project Manager del Gruppo Augusta Ratio s.p.a. / Società Levigas Luce e Gas (società sponsor unico di The Next Generation)