Jime Ghirlandi, graphic designer italo-argentina che rinnova anche quest’anno la collaborazione con The Next Generation, ci spiega le suggestioni che l’hanno portata a costruire l’identità visiva dell’edizione 2019.

Jime, il tema scelto per l’edizione 2019 di The Next Generation è “Geografie”. Da quale riflessione sei partita per realizzare il collage che campeggia su tutti materiali grafici del festival?
La prima domanda che mi sono posta è stata «Cosa compone le geografie»? La mia risposta si trova nel disegno di  elementi metafisici che rappresentano luoghi/oggetti naturali (come conchiglie e piume), urbani (ciminiere ed edifici) ed eterei che rimandano al simbolismo poetico (cielo, scale…).

Come si traduce questo principio nel collage?
Sulla base di questo principio ho costruito un collage che si compone di elementi eterogenei che formano un luogo inesistente, ma immaginabile a secondo delle esigenze di ognuno di noi.

Vale a dire?
Quale luogo vorrei raggiungere? In quali territori (e quindi geografie) mi muovo/ci muoviamo?

Qual è il luogo che tu vorresti raggiungere?
Non ho una meta, ma mentre cerco di capire dove voglio andare vorrei vivere in un luogo dove realtà e fantasia coesistono, come nel realismo magico di Garcia Marquez o Cortazar. L’importante è ricordarsi che possiamo migliorare la realtà attraverso noi stessi e attraverso ciò che creiamo.


Come mai in queste immagini manca la grande scalinata di pietra, che vediamo invece nel manifesto ufficiale del festival?
È un’omissione voluta. La grande scala di pietra rappresenta “il mezzo” individuale di ogni videomaker che partecipa al festival.

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