Abbiamo chiesto a Tita Tummillo e Velia Polito, che hanno ideato The Next Generation e che ne curano la direzione artistica sin dal debutto, di raccontarci com’è nata la loro collaborazione, la genesi del festival e la sua “missione”, e quali sono le loro “Geografie”, lo spunto poetico dell’edizione 2019, la prima aperta a tutto il territorio nazionale.

Tita Tummillo, direttrice artistica e generale di The Next Generation Short Film Festival

Tita, come nasce la vostra collaborazione?

Nel 2016 Annalisa Zito, la direttrice della Fondazione Pasquale Battista che conosceva il mio lavoro come co-direttrice del BIG Bari International Gender Film Festival, mi chiede d’immaginare e prendere la direzione di un concorso rivolto ai giovani talenti cinematografici del territorio. Accettando la proposta, decido di condividere la direzione artistica e la scelta ricade immediatamente su Velia Polito per la sua notevole competenza cinematografica. Avevo avuto modo di frequentare un suo cineforum e mi aveva colpita la raffinata e mai scontata programmazione nonché la rara capacità di raccontare l’opera filmica attraverso la parola in un mix interessante tra letteratura contemporanea e suoi scritti inediti. È così che è nato The Next Generation Short Film Festival.
Siamo alla quarta edizione (la prima nazionale) e la collaborazione tra me e Velia si rinnova e conferma continuamente.

 

Velia Polito, co-direttrice artistica

Velia, come s’ integrano le vostre visioni e il vostro background?

Tita e io abbiamo naturalmente modi di guardare differenti: è bello così, ed è proprio dal nostro guardare differente che nascono i momenti più intensi e divertenti della nostra collaborazione! Tita è un’artista poliedrica: il suo modo di guardare è multidirezionale, intuitivo, viscerale ed è molto contemporaneo, anzi post-contemporaneo. Tita cerca sempre modi nuovi, che vadano oltre, per interrogare e raccontare le cose; li cerca in sé stessa e anche negli altri, modi mai visti che illuminino le anime sconosciute delle cose. Io la contemporaneità la vedo invece come la punta di un iceberg, come la piccola parte visibile di un tutto molto più grande, un tutto che è il pregresso sommerso; mi piace “scavare” in profondità, cercare le radici, le origini delle cose: solo così mi sembra di ricevere la spinta giusta per riuscire a vedere oltre il già visto, a cogliere il riflesso particolare e unico della contemporaneità. Quando qualcuno mi fa scorgere questo particolare riflesso, io mi emoziono…

 

Tita, il festival chiama in causa «la generazione di videomaker che verrà»…

Eravamo alla ricerca di un titolo per il concorso e ci siamo soffermate e confrontate sui destinatari possibili: registe e registi che sapessero farsi testimonianza da un futuro presente. Autrici e autori in grado di esplorare, attraverso l’immagine, le contemporaneità con coraggio e senza riserve. The Next Generation Short Film Festival è una chiamata alla settimana arte, un osservatorio per immagini sui mutamenti sociali, culturali e artistici in atto. Ogni edizione ci regala sorprendenti luminosità.

 

Velia, lo spunto poetico di questa quarta edizione è Geografie. Cosa sono le geografie? 

Le geografie sono spazio che ci accoglie oppure che ci abita. Possono essere fuori oppure dentro. Possono essere orizzonte, velocità, luce, suono. Oppure possono fare posto al paesaggio interiore, di cui abbiamo spesso una visione distorta o frammentaria.

Le geografie possiamo conoscerle con le leggi della fisica ma possono anche andare oltre l’osservabile: possono essere lampi, proiezioni, radiazioni delle nostre aspettative, delle nostre ricerche o dei nostri presagi… Possono essere direzioni o deviazioni, localizzazioni o dislocazioni. Le geografie oltre che spazio sono anche tempo.

 

Per partecipare con il tuo cortometraggio al festival, scarica il bando da qui oppure iscriviti tramite FilmFreeway.